Ma dato che ho deciso di scrivere comunque l’articolo e di pubblicarlo, vedrò di essere oggettiva come sempre, ma tenendo anche conto dei problemi che c’erano a livello di organizzazione, quindi forse mi troverete un po’ più morbida del solito nei miei giudizi.
Dopo questo ampio preambolo iniziamo con la prima band, i Reality Escape. La cantante, una ragazza giovanissima, di soli 15 anni, che si chiama Giulia, è stata forse la voce più bella di tutta la serata e ha dimostrato di aver già una voce matura e formata. Le loro canzoni non parlano dei soliti argomenti trattati dalle band, o almeno non tutte, ma sanno parlare anche di argomenti impegnativi, come l’alcolismo. Nel complesso li ho trovati dei bravi musicisti e mi sembrano anche molto ben amalgamati tra di loro.
La seconda band, i Nitroside, non mi hanno entusiasmato particolarmente, la voce della cantante tendeva a voler prendere delle note che non le uscivano e, inoltre, era completamente sovrastata dagli strumenti, anche se il microfono era al massimo come amplificazione. Le canzoni erano tutte in lingua inglese.
La terza band, ormai per i lettori assidui del mio blog è una vecchia conoscenza, i Faifem. Come ben saprete dai vecchi articoli il bassista dei Faifem, Luca, adora mascherarsi e interpretare un personaggio diverso ogni concerto, e stavolta ha sfoggiato un costume da Super Mario. Li ho trovati, come al solito, bravi e sempre più uniti tra loro, inoltre, li ho trovati comunicativi. Durante il loro spazio hanno anche saputo intrattenere e far ridere il pubblico con delle battute molto autoironiche.
La quarta band, gli Steal Emotions, una band che penso conoscete già, sono stati forse il gruppo più sfortunato della serata, quelli con più problemi tecnici: la seconda tastiera di Gaudì, caduta in precedenza, non si accendeva più; la chitarra di Momo a cui salta una corda durante l’esibizione. Diciamo che sfortunati è ancora un’espressione buona per definirli dopo questa esibizione. La batteria, alcune volte, era fuori tempo. La voce, ha avuto qualche problema di intonazione in qualche pezzo, ma probabilmente non era totalmente colpa del cantante anche perché la voce non gli arrivava nelle cuffiette quindi non riusciva a sentirsi per potersi correggere. Speriamo che gli vada meglio al prossimo concerto. Dopotutto però hanno saputo farmi emozionare come sempre.
L’ultima band, sono stati gli Infranti Muri, una band di cui vi avevo parlato l’anno scorso in occasione di “Sanremo Giovani” . Prevedendo i problemi tecnici hanno lasciato a casa l’elettronica e si sono esibiti, come hanno detto loro stessi con degli arrangiamenti “anni ‘70” dei loro pezzi, che io ho trovato molto belli. Li ho trovati molto bravi e molto preparati, addirittura meglio dal vivo che sul cd. Secondo me si meritano di arrivare ancora più in alto e di fare successo. Inoltre, sono stati quelli che erano sempre lì a dare aiuto alle altre band e a sistemare il palco.
Non ho mai trovato tanta difficoltà a tirare le conclusioni dei miei articoli, ma in questo caso qualche difficoltà in più c’è, quindi vi lascio con solo un pensiero, anzi una speranza.
Spero vivamente che nei prossimi concerti ci sia un’organizzazione migliore e che questi ragazzi possano sempre suonare in condizioni migliori di queste.
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