Il
contest che ormai sta diventando uno dei più importanti, per le band di tutta
Italia e non solo.
Per
primi si sono esibiti gli “Onirika”,
che hanno cantato una loro canzone dal titolo “Umanum est”. Le voci erano in
gran parte coperte dagli strumenti. La musica è coinvolgente e trasmette quasi
un senso di angoscia. La frase del ritornello “casualmente dimenticare che
sbagliare umanum est” risuona nella mente e si fa ricordare, quasi come una
predica morale che la gente deve imparare.
Dopo
gli Onirika si è esibito “None” con
la canzone “emenem posul”, una cover di un pezzo gospel inglese, scelta dalla
figlia. Il cantante, che viene dalla Toscana, ha una bella voce, con anche una
discreta estensione vocale e degli acuti fenomenali.
Dopodichè
si sono esibiti “Il giardino dei gatti
bianchi”, una band che viene dal Friuli, composta da due cantanti. Il
chitarrista è l’autore e compositore della canzone, che si intitola “ho visto”.
Le voci sono entrambi molto belle e soavi. La canzone, a mio giudizio, non è
coinvolgente, anche se godibile all’ascolto.
“Marcello Ubertone” , il quarto artista,
ha avuto esperienze in Nord America, il che ha contaminato la sua musica,
dandogli sfumature folk. Ci ha cantato “L’aereo sta cadendo”, scritta e musicata
da lui stesso. Devo dire che è una canzone molto allegra, per non dire
deprimente: “… l’aereo sta cadendo… tra due minuti morirò…”. È il classico
cantautore, una voce, una chitarra. Una voce bassa, che ci ricorda i cantautori
di una volta.
“Salvatore Gerardi”, un giovane artista
che viene dalla Basilicata, ci ha proposto una sua canzone, “Disarmante”. Anche
lui suona la chitarra e canta. Molto bravo come chitarrista, ma la voce non mi
convince. È intonato, ma ha una voce come le altre, nulla che la distingua tra
le masse. La canzone pur essendo bella e scorrevole, non arriva, non rimane
nella mente e nel cuore di chi l’ascolta.
Il
sesto gruppo ad esibirsi sono stati i “Dream
Project”, un gruppo proveniente dalla Puglia, che ci ha presentato un
genere totalmente diverso da quelli degli altri gruppi iscritti, un mix tra Rap
e Reggae. La canzone, “Dea”, rappresenta la personificazione della musica. I
due cantanti hanno entrambi un bel flow, due voci particolari. Sembra quasi che
sul palco avvenga una battle, poiché ricreano un botta e risposta tra loro.
“Emma”, una cantante che viene dall’Ucraina,
con la sua voce lirica ci ha riproposto una canzone tratta da un musical “Phenomen”.
Colpisce con la sua voce angelica, dolce e potente, inoltre sa tenere molto
bene la scena, interpretando ciò che canta. È riuscita da subito a conquistare
il pubblico tanto che gli applausi sono arrivati già durante la canzone. Una
voce che può davvero fare strada e me lo auguro per lei.
“Serena Zanirato”, ci ha proposto una
canzone scritta dal padre, “gli attimi del cuore”. Durante i ritornelli la
sentiamo suonare il flauto traverso. Una bella voce e una bella presenza, anche
se sul palco è un po’ troppo statica.
“Luca Giordano”, un solista, ma
accompagnato da una band, ci presenta una sua canzone, “la mia felicità” (non
sono sicurissima del titolo). Una bella voce, anche se, a mio giudizio, la
canzone renderebbe meglio solo piano e voce.
“Laura Berardo”, una delle più giovani
partecipanti, ci propone una cover di un pezzo famosissimo, “Nothing real (but
love)”. Una bella voce, per la sua giovane età, anche se tende a steccare negli acuti, comunque, nel complesso è stata
brava.
“Giulia Finotti”, un’altra giovanissima,
ci ha proposto una canzone scritta per lei da Alessandro Arcidiaco, “Escape”.
Una voce molto rock, graffiante e grintosa. Sa tenere il palco, si muove con
grinta e riesce anche a tirare fuori la stessa grinta che ha nella voce, anche,
nei movimenti. Le pronuncie non erano totalmente corrette, ma nel complesso l’ho
trovata notevolmente migliorata dall’ultima volta che l’avevo vista sul palco.
“Desorden Perfecto”, un gruppo solo
musicale, la loro composizione si intitola “Engranade”, ci hanno portato una
ventata di tango, anche loro hanno fatto qualcosa di totalmente fuori dagli
schemi, ma con una soavità e bravura che sono uniche.
“Sara Agasi”, un’altra giovanissima
cantante che ci propone una cover di una canzone di Ornella Vanoni, “La voce
del silenzio”. Grande voce e una bella estensione vocale. Dimostra bravura,
capacità, potenzialità e tecnica su una canzone per nulla facile.
“Le Ali”, un duo, che ci ha presentato
una canzone scritta e composta da loro, che parla della musica, “Lei mi darà”.
La musica è bella e melodica. Sulla voce a primo ascolto direi “no comment”, ma
poi riascoltandola, pur rimanendo dell’idea che non mi piace, riconosco che ha
un timbro moderno, è intonato ed è abbastanza ascoltabile. La canzone ha un
motivetto che ti rimane in testa e si fa ricordare.
Il
penultimo gruppo, i “Mekinato”, ci
hanno presentato la loro canzone “ Il gatto nero”. Una ballata, direi. La voce
è particolare, sembra quasi che il cantante parli, invece, di cantare. Sanno
catturare l’attenzione del pubblico e farlo ballare, oltre che coinvolgerlo.
L’ultimo
gruppo ad esibirsi sono stati gli “Emily
Novak”, che ci hanno proposto una canzone che hanno scritto per il
grandissimo Gino Bartoli, “L’intramontabile”. Una canzone che emoziona sia a
livello musicale, ma anche le voci sanno trasmettere ed emozionare. Ti ritrovi
a cantare il ritornello con loro, lo memorizzi perché sanno arrivarti fino al
cuore per emozionarti.
La
giuria: Caponnetto, Nasi, Pochettino, Vesco e Montagner, era presieduta dal
maestro Mogol; questi sono i giurati che hanno scelto i vincitori della serata.
Premio Siae: Mekinato, con la
canzone il Gatto Nero.
Premio
Tavagnasco:
Dream Project
Borsa di studio: Marcello
Ubertone e Desorden Perfecto
Scegliere
un vincitore per la serata, dato il livello e la bravura generale, deve essere
stato veramente difficile, ma nel complesso condivido il giudizio della giuria.
Per
il resto, voglio augurare, ad ognuno di questi ragazzi, di avere successo e di
realizzare i loro sogni.
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