mercoledì 30 aprile 2025

Con “Stay”, i Sonohra scelgono l’intimità. E vincono la scommessa


Sonohra – “Stay”: una ballata sincera che parla d’amore senza alzare la voce
C’è chi per farsi sentire grida, e chi invece sceglie il sussurro. I Sonohra, con il loro nuovo singolo “Stay”, appartengono senza dubbio alla seconda categoria. In un panorama musicale sempre più affollato da produzioni urlate e plastificate, il duo veronese torna con un brano che punta tutto sulla sincerità. E lo fa con quella sensibilità pop-rock che li ha sempre distinti, ma che oggi suona più matura, più intima, più consapevole.


Un invito a restare, tra chitarre acustiche e promesse non dette

“Stay” è una preghiera sommessa, una richiesta d’amore pronunciata a bassa voce ma con una forza che non ha bisogno di effetti speciali. Le chitarre acustiche aprono la strada a una melodia morbida, quasi sussurrata, sostenuta da un pianoforte essenziale e da leggere pennellate d’archi che non invadono mai la scena. Tutto sembra costruito per lasciare spazio alla voce e al messaggio.

E il messaggio, semplice e diretto, colpisce per la sua universalità: resta, anche quando tutto sembra spingerci a fuggire. È quel tipo di frase che non ha bisogno di troppe parole per farsi capire. Lo senti e, se hai mai amato davvero, ti ci riconosci subito.


L’inglese dei Sonohra: scelta stilistica o apertura internazionale?

La scelta di cantare in inglese non è nuova per i fratelli Fainello, ma in “Stay” acquista un sapore particolare. Più che una mossa strategica, sembra una volontà espressiva: certe emozioni, forse, trovano la loro forma perfetta in una lingua che suona più dolce, più fluida. Certo, potrebbe non essere immediatamente empatica per il pubblico italiano più affezionato alla loro produzione in madrelingua, ma chi ascolta con il cuore capirà comunque tutto.


Produzione pulita, emozione controllata

Dal punto di vista tecnico, “Stay” è un piccolo gioiello di equilibrio. Nessun virtuosismo, nessuna produzione patinata a coprire la sostanza. Tutto è sobrio, quasi trattenuto. E proprio questa scelta stilistica, in un’epoca in cui si tende a strafare, diventa il vero punto di forza del brano.

Ma è anche un’arma a doppio taglio: chi cerca un crescendo emotivo esplosivo o una struttura più ardita, potrebbe trovare la canzone fin troppo lineare. In questo, i Sonohra sembrano preferire il rischio del sottotono al pericolo dell’eccesso. Una direzione artistica precisa, non sempre mainstream, ma decisamente coerente.


“Stay” è una carezza musicale. E le carezze, oggi, sono merce rara.

In un momento storico in cui molti artisti sembrano ossessionati dal bisogno di distinguersi a tutti i costi, i Sonohra scelgono la via opposta: non stupire, ma commuovere. Non urlare, ma sussurrare. “Stay” non è il brano che ti travolge al primo ascolto. È quello che cresce con te, lentamente, e che risuona dentro nei momenti giusti.


Non sarà una hit da playlist virale, forse. Ma è una canzone vera, fatta di carne, cuore e corde di chitarra. E per chi ama la musica che racconta, non solo intrattiene, è già abbastanza.


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