L’Eurovision Song Contest 2025 è finalmente cominciato, e la prima semifinale andata in scena il 13 maggio alla St. Jakobshalle di Basilea ha subito acceso i riflettori su una delle edizioni più eccentriche e imprevedibili degli ultimi anni. In mezzo a lustrini, sauna finlandesi e ritornelli dance, è emerso un elemento sorprendente: lo spirito italiano ha dominato la serata, anche laddove meno te lo aspetti.
Italia protagonista… anche quando non gareggia
Lucio Corsi, in rappresentanza dell’Italia con la sua “Volevo essere un duro”, si è esibito fuori concorso, ma ha lasciato il segno. Look glam, attitudine da rockstar e una canzone che sembra un incontro tra Franco Battiato e Ziggy Stardust. L’Italia, da membro dei “Big Five”, è già qualificata per la finale, ma Corsi ha sfruttato il palco della semifinale per costruire hype attorno a un brano che promette di dividere pubblico e giuria.
E se vi dicessimo che uno dei momenti più travolgenti della serata è arrivato da… San Marino? Sì, perché Gabry Ponte – nome storico della dance italiana – ha infiammato la sala con “Tutta l’Italia”, brano dal titolo dichiaratamente patriottico e sonorità EDM che non lasciano spazio a mezze misure: o lo ami o lo odi. Il pubblico europeo, evidentemente, lo ha amato: San Marino vola in finale, e con lui una fetta importante del nostro pop elettronico.
Europa in cerca di identità (e di originalità)
Tra i dieci paesi qualificati alla finale, è emersa una varietà di stili e identità culturali che rendono questa edizione dell’Eurovision particolarmente interessante. L’Islanda ha portato l’eterea “Róa” dei VÆB, mentre la Svezia ha sorpreso con KAJ e il suo pezzo in dialetto Vörå – il primo in svedese dal 1998 – dal titolo bizzarro: “Bara Bada Bastu” (che potremmo tradurre come “Solo Bagni di Sauna”).
Il vero colpo di teatro lo ha firmato l’Estonia con Tommy Cash e la sua “Espresso Macchiato”, una parodia audace dell’estetica italiana: citazioni visive al cinema di Sorrentino, tute da barista milanese e una melodia che sembra partorita in un rave a Palermo. Un’esibizione dissacrante che ha conquistato il pubblico e infiammato i social.
Claude e la nuova frontiera del pop europeo
Una delle performance più emozionanti è stata quella di Claude, in gara per i Paesi Bassi con “C’est la vie”, un mix perfetto di elettronica, malinconia e testi in tre lingue. La sua voce tremante ma intensa ha dato vita a uno dei momenti più intimi della serata, in un contest che spesso premia l’eccesso più che la delicatezza. Una piccola gemma che potrebbe riservare sorprese nella finale.
Conclusione: un’edizione fuori dagli schemi
L’Eurovision 2025 si preannuncia come una delle edizioni più variegate e imprevedibili. Tra la vena ironica di Tommy Cash, la grinta dance di Gabry Ponte, la raffinatezza visionaria di Lucio Corsi e le scelte linguistiche audaci di molti concorrenti, l’Europa musicale sembra voler alzare la posta in gioco, ridefinendo cosa significhi davvero essere “euro-pop”.
E se la prima semifinale è stata solo l’antipasto, possiamo aspettarci un gran finale da standing ovation. Con un’Italia che gioca più ruoli contemporaneamente – protagonista, outsider e musa ispiratrice – gli occhi sono tutti puntati su Basilea.
Che vinca il miglior (o il più folle).