Nel percorso di un artista, il contratto di management musicale è spesso visto come un traguardo: finalmente qualcuno che si occupa della tua carriera, ti rappresenta, ti promuove, ti guida. Ma è davvero sempre così? La realtà è molto più sfumata — e conoscere i dettagli può fare la differenza tra un salto di qualità e un lungo periodo di frustrazione.
Cos’è un contratto di management musicale?
È l’accordo con cui un artista (o band) affida a un manager l’incarico di gestire e sviluppare la propria carriera artistica e professionale. Il manager, in cambio, percepisce una percentuale (solitamente tra il 15% e il 20%) su tutti i guadagni dell’artista, anche quelli non direttamente generati dal suo intervento (es. diritti d’autore, sync, merchandising).
Le criticità più comuni per gli artisti:
1. Durata e vincoli troppo lunghi
Molti contratti hanno una durata minima di 3-5 anni, con opzioni di rinnovo automatico. In pratica, se il rapporto non funziona, è difficile uscirne senza penali.
2. Percentuali elevate e su guadagni generici
Un altro nodo critico è il campo di applicazione economica: il manager prende una quota su tutto, anche su attività da lui non gestite. Senza una chiara distinzione, l’artista rischia di trovarsi a pagare una percentuale anche per opportunità che ha creato da solo.
3. Mancanza di obblighi precisi per il manager
Molti contratti sono sbilanciati: l’artista ha doveri, il manager poche responsabilità concrete. Senza obiettivi minimi, investimenti o attività obbligatorie, il rischio è che il manager “non faccia abbastanza”, pur continuando a incassare.
4. Clausole di esclusiva troppo restrittive
Alcuni contratti impediscono all’artista di lavorare con altri manager o professionisti, anche per attività specifiche. Questo può bloccare l’artista in un sistema chiuso e poco flessibile.
5. Ambiguità sui diritti d’immagine e controllo creativo
Non è raro trovare clausole che danno al manager voce in capitolo su immagine, estetica, pubblicazioni. Questo può limitare la libertà artistica dell’artista, soprattutto se la visione non è condivisa.
Cosa fare prima di firmare:
• Far leggere il contratto a un legale esperto in diritto musicale. Un avvocato può individuare criticità, proporre modifiche e tutelare i tuoi interessi.
• Negoziare senza paura. Un contratto non è un dogma: è una base da cui partire. Anche i manager seri sanno che ogni collaborazione funziona meglio quando c’è equilibrio.
• Chiedere chiarezza. Se qualcosa non ti è chiaro, non firmare. Ogni parola conta, e il linguaggio legale può nascondere più di quanto immagini.
In conclusione: il contratto di management può essere una grande opportunità, ma solo se è davvero costruito su misura per te.
Se sei un artista e stai per firmare un contratto di management — o ne hai già uno che ti fa dubitare — non restare da solo.
Contattami per una consulenza legale personalizzata nel settore musicale:
analizzeremo insieme il contratto, i tuoi diritti e le possibili alternative.
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