Per molti artisti, firmare un contratto discografico è il sogno che segna l’inizio della “vera” carriera. L’idea di avere un’etichetta che ti produce, distribuisce, promuove sembra irresistibile. Ma dietro la patina glamour dei loghi e dei budget, ci sono spesso clausole che possono diventare trappole pericolose.
Se stai per firmare con una label — major o indipendente — è fondamentale sapere a cosa stai andando incontro.
Cosa prevede un contratto discografico?
Un contratto discografico stabilisce i termini con cui un’etichetta produce, distribuisce e promuove la musica di un artista, in cambio del diritto di sfruttare economicamente le sue opere. Spesso prevede anche l’assegnazione dei master, la durata del contratto, il numero di album da consegnare e le percentuali sulle vendite.
Le criticità più frequenti:
1. Cessione dei diritti sui master
Molti contratti prevedono che l’etichetta diventi proprietaria dei master (le registrazioni originali), anche a tempo indefinito. Questo significa che l’artista non ha controllo su come, dove e quando la propria musica verrà usata o ripubblicata.
2. Anticipi da restituire (recoupable)
L’anticipo economico che ricevi all’inizio non è un regalo: è un investimento da parte dell’etichetta che tu dovrai “ripagare” con le tue royalties. Finché non li restituisci, spesso non ricevi nulla dalle vendite.
3. Percentuali basse sulle royalties
Molti artisti si trovano a guadagnare solo il 10-15% del netto, dopo costi di promozione, distribuzione e produzione… tutti stabiliti (e controllati) dall’etichetta.
4. Obbligo di consegna multipla
Alcuni contratti impongono la pubblicazione di più album, spesso in tempi ristretti e con poco margine creativo. Questo può portare a burn-out artistico o lavori fatti di corsa.
5. Controllo creativo e approvazione dei contenuti
Le etichette possono avere potere decisionale su stile, copertine, collaborazioni e persino testi. Il rischio? Perdere la propria identità artistica.
6. Durata e opzioni unilaterali
Molti contratti prevedono una durata minima pluriennale, con “opzioni” di rinnovo gestite solo dalla label. In pratica, potresti restare bloccato per anni, anche senza risultati concreti.
Come proteggersi?
• Non firmare senza prima consultare un avvocato specializzato in diritto musicale.
• Chiedi trasparenza su ogni clausola: tempi, percentuali, obblighi.
• Non aver paura di negoziare. Un contratto si costruisce, non si subisce.
• Valuta alternative come le distribuzioni indipendenti, i contratti di licenza, o le etichette più flessibili.
In conclusione: il contratto discografico può essere una leva potente, ma solo se firmato con consapevolezza.
Se sei un artista, emergente o già attivo, e vuoi capire se il contratto che stai per firmare ti tutela davvero, scrivimi per una consulenza legale personalizzata.
Analizzeremo insieme ogni clausola e troveremo la soluzione migliore per la tua carriera.
Contattami via DM sui social o email (francy.pogliano@gmail.com) per fissare un appuntamento. La tua musica merita di essere anche la tua libertà.
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