lunedì 28 maggio 2012

Intervista ai "Violet"


L’intervista di oggi, ci parla di un duo rock, di Lucca, composto da un cantante/chitarrista e da un batterista. Li ho conosciuti l’anno scorso a Baricella e mi sono rimasti nel cuore, quindi, ho deciso di proporgli di fare questa intervista.


Da dove e come nasce il nome Violet?
Non ha un significato particolare; sì, è un colore che ci piace, ma fondamentalmente è stato scelto all’interno di una lunga lista di nomi papabili (frutto di nostre idee e di proposte dei fan) per la sua sonorità che a primo impatto ci ha colpiti

Quali sono i vostri nomi? Anni? Di dove siete? Cosa Studiate?
Giacomo Panattoni (voce, chitarra) e Riccardo Chiaravallo (batteria), entrambi 23enni ed iscritti alla facoltà di economia e commercio di Pisa.

Che cosa vi piace fare nella vita oltre che suonare?
Abbiamo molti interessi; una delle passioni che ci ha fatto incontrare ed accomunato fin dall’infanzia è stata il calcio, attività che tuttora coltiviamo gestendo e giocando in una squadra di calcio a 5 e a 7. Altri hobby e passatempi da citare sono la palestra ed il cinema.

Siete fidanzati?
Sì.

Da dove nasce la vostra passione per la musica?
è una passione senza dubbio innata, che ognuno di noi ha conosciuto a suo modo fin da piccolo per poi sentire la necessità, intorno ai 13-14 anni, di iniziare a riprodurla prendendo in mano ciascuno il proprio strumento.

Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti nel campetto dietro la scuola media poco prima dell’inizio dell’anno scolastico. Da quel momento abbiamo condiviso banchi, spogliatoi, sale prove, emozioni, esperienze, amici e tutto ciò che ci ha portato oggi a definirci non solo colleghi, non solo compagni di squadra, di banco e d’avventura, non solo amici per la pelle, ma veri e propri fratelli.

Raccontateci la vostra esperienza, come gruppo, dagli inizi ad adesso!
Dai 14 anni in poi ci sono stati svariati cambi di formazione, di componenti e di nomi del gruppo, fin quando ci siamo accorti che il vero cuore, la vera anima della band siamo stati sempre e solo noi; per cui, nel 2009 è nato il progetto Violet, un anomalo duo voce batteria.

Diteci qualcosa degli altri componenti che amate e qualcosa che detestate!
Abbiamo entrambi tanti pregi e tanti difetti, ma la nostra forza consiste nel saperli gestire e compensare l’un l’altro, ottenendo un mix ottimale che si percuote poi sulla realizzazione delle composizioni.

Quali sono i vostri cantanti o gruppi preferiti?
Ci hanno influenzato nel corso degli anni molti gruppi/artisti e sarebbe troppo difficile dare una priorità ad essi o poterli elencare in modo esaustivo.

A chi vi ispirate per i vostri pezzi?
Qualsiasi emozione, esperienza, persona può costituire una fonte di ispirazione; per il resto, lasciamo libero sfogo alla nostra creatività.

Che progetti avete per il futuro?
Un album, un tour e la speranza di far breccia nel cuore di più persone possibili.

Che emozione avete provato quando avete inciso il primo singolo?
Sicuramente un’esperienza da ricordare; lavorare con produttori e tecnici di un certo calibro al nostro servizio per la prima volta, è stato motivo di grande orgoglio ed un’iniezione di fiducia per il prosieguo della nostra carriera artistica.

Dove lo avete registrato?
In vari studi nei pressi di Verona.

A quali concorsi/contest avete partecipato?
L’unico contest cui abbiamo partecipato è stato il Festival della Musica Giovane dello scorso anno, grazie al quale ci siamo conquistati l’opportunità di condividere il palco con i Sonohra.

In che città avete suonato? Ce n’è una a cui siete particolarmente legati e perché?
Gli spettacoli a quali siamo rimasti maggiormente legati sono il concerto del Viper Theatre di Firenze ed il precedentemente citato evento di Bologna in apertura ai Sonohra.

In che città vorreste suonare e perché?
In tutte.

Con che artisti avete suonato?
Abbiamo condiviso il palco con svariate band locali, ma i veri artisti da ricordare sono i Sonohra.

Con che artisti vi piacerebbe suonare e perché?
Con qualsiasi artista importante ma allo stesso tempo con nessuno in particolare.

Che rapporto avete con le prime fan?
Abbiamo un ottimo rapporto con tutti i nostri fan.

Che consiglio date ai gruppi che si affacciano per la prima volta al mondo della musica?
Di non demordere ai primi intoppi e alle prime difficoltà, lasciando libero sfogo alla passione ed ai propri sogni.

Le vostre famiglie cosa pensano di questo vostro sogno?
Ci supportano a loro modo in questa nostra avventura.

Date future in cui potervi sentire?
Dopo l’uscita del nostro primo album, comunicheremo la programmazione delle relative date promozionali.

Lascio a voi il compito di giudicarli. Io li ritengo una band valida, che col tempo e la tenacia potrà sfondare e farsi conoscere sempre di più. Mi auguro che rimangano anche nel vostro cuore, come lo sono rimasti nel mio.

mercoledì 16 maggio 2012

Senza Etichetta 2012


Il contest che ormai sta diventando uno dei più importanti, per le band di tutta Italia e non solo.
Per primi si sono esibiti gli “Onirika”, che hanno cantato una loro canzone dal titolo “Umanum est”. Le voci erano in gran parte coperte dagli strumenti. La musica è coinvolgente e trasmette quasi un senso di angoscia. La frase del ritornello “casualmente dimenticare che sbagliare umanum est” risuona nella mente e si fa ricordare, quasi come una predica morale che la gente deve imparare.
Dopo gli Onirika si è esibito “None” con la canzone “emenem posul”, una cover di un pezzo gospel inglese, scelta dalla figlia. Il cantante, che viene dalla Toscana, ha una bella voce, con anche una discreta estensione vocale e degli acuti fenomenali.
Dopodichè si sono esibiti “Il giardino dei gatti bianchi”, una band che viene dal Friuli, composta da due cantanti. Il chitarrista è l’autore e compositore della canzone, che si intitola “ho visto”. Le voci sono entrambi molto belle e soavi. La canzone, a mio giudizio, non è coinvolgente, anche se godibile all’ascolto.
Marcello Ubertone” , il quarto artista, ha avuto esperienze in Nord America, il che ha contaminato la sua musica, dandogli sfumature folk. Ci ha cantato “L’aereo sta cadendo”, scritta e musicata da lui stesso. Devo dire che è una canzone molto allegra, per non dire deprimente: “… l’aereo sta cadendo… tra due minuti morirò…”. È il classico cantautore, una voce, una chitarra. Una voce bassa, che ci ricorda i cantautori di una volta.
Salvatore Gerardi”, un giovane artista che viene dalla Basilicata, ci ha proposto una sua canzone, “Disarmante”. Anche lui suona la chitarra e canta. Molto bravo come chitarrista, ma la voce non mi convince. È intonato, ma ha una voce come le altre, nulla che la distingua tra le masse. La canzone pur essendo bella e scorrevole, non arriva, non rimane nella mente e nel cuore di chi l’ascolta.
Il sesto gruppo ad esibirsi sono stati i “Dream Project”, un gruppo proveniente dalla Puglia, che ci ha presentato un genere totalmente diverso da quelli degli altri gruppi iscritti, un mix tra Rap e Reggae. La canzone, “Dea”, rappresenta la personificazione della musica. I due cantanti hanno entrambi un bel flow, due voci particolari. Sembra quasi che sul palco avvenga una battle, poiché ricreano un botta e risposta tra loro.
Emma”, una cantante che viene dall’Ucraina, con la sua voce lirica ci ha riproposto una canzone tratta da un musical “Phenomen”. Colpisce con la sua voce angelica, dolce e potente, inoltre sa tenere molto bene la scena, interpretando ciò che canta. È riuscita da subito a conquistare il pubblico tanto che gli applausi sono arrivati già durante la canzone. Una voce che può davvero fare strada e me lo auguro per lei.
Serena Zanirato”, ci ha proposto una canzone scritta dal padre, “gli attimi del cuore”. Durante i ritornelli la sentiamo suonare il flauto traverso. Una bella voce e una bella presenza, anche se sul palco è un po’ troppo statica.
Luca Giordano”, un solista, ma accompagnato da una band, ci presenta una sua canzone, “la mia felicità” (non sono sicurissima del titolo). Una bella voce, anche se, a mio giudizio, la canzone renderebbe meglio solo piano e voce.
Laura Berardo”, una delle più giovani partecipanti, ci propone una cover di un pezzo famosissimo, “Nothing real (but love)”. Una bella voce, per la sua giovane età, anche se tende a steccare  negli acuti, comunque, nel complesso è stata brava.
Giulia Finotti”, un’altra giovanissima, ci ha proposto una canzone scritta per lei da Alessandro Arcidiaco, “Escape”. Una voce molto rock, graffiante e grintosa. Sa tenere il palco, si muove con grinta e riesce anche a tirare fuori la stessa grinta che ha nella voce, anche, nei movimenti. Le pronuncie non erano totalmente corrette, ma nel complesso l’ho trovata notevolmente migliorata dall’ultima volta che l’avevo vista sul palco.
Desorden Perfecto”, un gruppo solo musicale, la loro composizione si intitola “Engranade”, ci hanno portato una ventata di tango, anche loro hanno fatto qualcosa di totalmente fuori dagli schemi, ma con una soavità e bravura che sono uniche.
Sara Agasi”, un’altra giovanissima cantante che ci propone una cover di una canzone di Ornella Vanoni, “La voce del silenzio”. Grande voce e una bella estensione vocale. Dimostra bravura, capacità, potenzialità e tecnica su una canzone per nulla facile.
Le Ali”, un duo, che ci ha presentato una canzone scritta e composta da loro, che parla della musica, “Lei mi darà”. La musica è bella e melodica. Sulla voce a primo ascolto direi “no comment”, ma poi riascoltandola, pur rimanendo dell’idea che non mi piace, riconosco che ha un timbro moderno, è intonato ed è abbastanza ascoltabile. La canzone ha un motivetto che ti rimane in testa e si fa ricordare.
Il penultimo gruppo, i “Mekinato”, ci hanno presentato la loro canzone “ Il gatto nero”. Una ballata, direi. La voce è particolare, sembra quasi che il cantante parli, invece, di cantare. Sanno catturare l’attenzione del pubblico e farlo ballare, oltre che coinvolgerlo.
L’ultimo gruppo ad esibirsi sono stati gli “Emily Novak”, che ci hanno proposto una canzone che hanno scritto per il grandissimo Gino Bartoli, “L’intramontabile”. Una canzone che emoziona sia a livello musicale, ma anche le voci sanno trasmettere ed emozionare. Ti ritrovi a cantare il ritornello con loro, lo memorizzi perché sanno arrivarti fino al cuore per emozionarti.

La giuria: Caponnetto, Nasi, Pochettino, Vesco e Montagner, era presieduta dal maestro Mogol; questi sono i giurati che hanno scelto i vincitori della serata.

Premio Siae: Mekinato, con la canzone il Gatto Nero.
Premio Tavagnasco: Dream Project
Borsa di studio: Marcello Ubertone e Desorden Perfecto

Scegliere un vincitore per la serata, dato il livello e la bravura generale, deve essere stato veramente difficile, ma nel complesso condivido il giudizio della giuria.
Per il resto, voglio augurare, ad ognuno di questi ragazzi, di avere successo e di realizzare i loro sogni.

Intervista ad Alphaboy

Potete ascoltare l'intervista sul mio canale IGTV (@ema2503):  https://www.instagram.com/tv/B-cZTXQIe2E/?utm_source=ig_web_copy_link